LIMA – Adesso è ufficialmente un ricercato. Inseguito da un ordine di cattura dell’Interpol, Alejandro Toledo ha cercato di imbarcarsi su un volo dell’American Airlines che da San Francisco lo avrebbe portato a Tel Aviv. Ma il suo piano, architettato con la complicità della moglie che ha la nazionalità israeliana, è andato in fumo. Una fonte anonima ha spifferato al ministero degli Interni di Lima quali fossero le intenzioni dell’ex Presidente della Repubblica. La voce, insistente, è finita in rete che si è scatenata. Il governo israeliano ha confermato che Toledo aveva prenotato un posto su quel volo ma ha subito annunciato che non avrebbe consentito al vecchio capo dello Stato di entrare nel paese “fino quando non avrà risolto le sue pendenze con la magistratura peruviana”.
Niente Israele. Toledo ha dovuto rinunciare. Il volo dell’American è atterrato ma senza l’ormai notissimo passeggero. Sul suo capo pende ancora una taglia di 30 mila dollari per chiunque sappia fornire indicazioni utili alla sua cattura. Nessunio l’ha incassata o preteso di farlo. Ma certo la voce anonima che ha soffiato la dritta al ministero degli Interni sperava di contare proprio su quella cifra che fa gola a molti, in questo periodo di crisi e ristrettezze.
La situazione ha assunto quindi le caratteristiche piene di un caso internazionale, con i suoi riflessi politico-diplomatici. Il presidente del Perù Pedro Pablo Kuczynski ha voluto chiamare la Casa Bianca e ha parlato con il presidente Donald Trump. L’occasione è servita per verificare lo stato dei rapporti bilaterali e vedere se esistono le condizioni per rilanciare i rapporti commerciali tra i due paesi. Ma il cuore della conversazione è stato il caso Toledo. L’uomo resta a San Francisco, grida la sua innocenza, rivendica il diritto a difendersi, sostiene che le accuse che gli vengono mosse sono frutto di una vendetta dei vecchi fujimoristi, adesso guidati dalla figlia del dittatore, Keiko Fujimori.
Nuova documentazione. Trump è rimasto sul vago ma ha ricordato al mandatario peruviano che la legge sull’estradizione sottoscritta da entrambi i paesi, prevede la consegna di tutta la documentazione a sostegno dell’accusa. Solo dopo aver esaminato le carte, la giustizia americana si potrebbe pronunciare e dare seguito alla richiesta. Alejandro Toledo giocherà molto su questa procedura e muoverà ogni pedina del complicato puzzle per rinviare la decisione. Il capo dello Stato peruviano è invece deciso ad andare fino in fondo. E’ una questione di orgoglio nazionale e di credibilità. Toledo è accusato di aver incassato una tangente da 20 milioni di dollari dalla holding delle costruzioni brasiliane Obedrecht. Kuczynski ha approfittato dell’occasione per varare un provvedimento che colpisce in modo ancora più duro ogni episodio di corruzione. Qualsiasi società che risulterà coinvolta in casi di bustarelle sarà “esclusa a vita” dalle gare per l’assegnazione di appalti pubblici.
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